Lomo-qualcosa
"Lomografie" sono chiamati gli scatti effettuati con questa piccola macchinetta ex-sovietica, la Lomo.

La Lomo, il cui nome completo è Lomo LC-A, è una macchina fotografica creata dall'industria ottica di Leningrado nel lontano 1982.

LomoLa leggenda racconta che fu l'allora sessantanovenne generale Igor Petrowitsch Kornitzki, ministro dell'industria bellica ma anche appassionato fotoamatore, a commissionare al suo amico, Michail Panfilowitsch Panfiloff, il cinquantasettenne direttore generale delle Officine Lomo, la creazione di un nuovo tipo di "macchina fotografica per il popolo".
Il generale desiderava un apparecchio compatto che permettesse ad una nuova generazione di creativi cittadini sovietici di scoprire l'affascinante mondo della fotografia.
La macchina avrebbe dovuto essere in grado di effettuare qualsiasi tipo di ripresa pur mantenendo un'elevata semplicità d'uso. Avrebbe dovuto essere costruita con i materiali migliori e avrebbe dovuto integrare lo stato-dell'arte della tecnologia.
Kornitzki chiarì che : -Il guadagno non è l'obiettivo primario, questa macchina fotografica è uno dei progetti di piu' elevato interesse per il Soviet Supremo-.

La progettazione fu affidata a due esperti: Aronowitsch Radionov, esperto di lenti all'Istituto per l'Ottica di San Pietroburgo, e Michail Grigoriyewitsch Cholomianski, un giovane e talentuoso ingegnere progettista di apparati fotografici.
Esattamente a due anni dall'inizio della progettazione la Lomo LC-A entrò in produzione. Fu un risultato quasi miracoloso.
La nuova linea di produzione, grazie ai suoi 1500 addetti, iniziò a sfornare 10000 nuove macchine ogni mese. Il ritmo di produzione fu subito serrato ma molto piu' rapido fu il diffondersi della Lomo in tutta l'Unione Sovietica e nei suoi alleati del tempo, inclusi il Vietnam e Cuba. La diffusione della Lomo era limitata solo dalla capacità produttiva della fabbrica di Leningrado.
La situazione rimase immutata fino al ventisettesimo congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica quando Michail Gorbatschov annunciò all'Unione Sovietica e al mondo la Perestoika e la Glasnost.
Man mano che l'economia occidentale faceva breccia nell'ex-autarchico mercato sovietico, la richiesta delle Lomo LC-A diminuiva sempre piu'.
Le Officine Ottiche Lomo di Leningrado (nel frattempo ritornata San Pietroburgo) furono una tra le prime aziende ad essere privatizzate nel 1991. I nuovi padroni americani diedero il perentorio ordine di chiudere la linea produttiva della Lomo LC-A e fecero limitare la produzione alla sola inerente il settore medico e della sicurezza.

Lomo L'anno dopo, il 1992, a Vienna vide la luce la Lomographic Society. La società aveva un unico scopo: il perseguimento di un nuovo credo fotografico edonistico, tutte le regole di ripresa fotografica andavano sovvertite.
La Lomographic Society nacque dall'incontro casuale, avvenuto nel 1991 a Praga, tra due studenti austriaci e una delle migliaia di Lomo sparse nell'ex-impero sovietico che li attendeva in un piccolo camera-shop della capitale della Repubblica Ceca.
Dal 1995 vennero aperte Ambasciate Lomo in tutto il mondo. Oggi si contano piu' di 23000 lomografi associati in giro per il pianeta che danno vita alle piu' svariate attività (le LomoExhibitions, i LomoParties,...) che hanno sempre al centro la Lomo e soprattutto l'etica del divertimento di cui è espressione.
Nel marzo del 1997 la Lomographic Society riuscì a chiudere un accordo con le ex-Officine Lomo e i suoi padroni americani per permettere la riapertura della storica linea di produzione della Lomo che però da allora viene commercializzata direttamente dall'associazione austriaca secondo standard di distribuzione, marketing e comunicazione assolutamente occidentali.
La trasformazione della Lomo da "macchina del popolo" a fenomeno globale ha innalzato il suo valore di mercato dalle poche lire agli attuali 210 euro necessari per entrare in possesso di un Lomo dai canali di vendita ufficiali.

Come va?

LomoLa macchina è costruita secondo standard qualitativi sovietici e quindi inferiori a quelli della peggiore produzione giapponese.
L'obiettivo è un luminoso grandangolare Minitar 1 32 mm di definizione e incisività mediocri, con una fortissima caduta di luminosità ai bordi. L'esposimetro, che permette di far funzionare la macchina in modo totalmente automatico, gestisce curiosamente tempi di esposizione fino ai 2 minuti ma non brilla per precisione: la tendenza alla sottoesposizione è costante.
Cosa si può ottenere da una macchina cosi'?
Vediamo i lati positivi: l'ottica grandangolare costringe al fotografo ad avvicinarsi molto al soggetto (se questo non è il classico paesaggio) e questo spinge il fotografo ad instaurare quel tipo di rapporto con il proprio soggetto che il movimento lomografico auspica. La vignettatura crea un'area scura intorno al soggetto convogliando l'attenzione dell'occhio verso cio' che sta al centro della foto. La sottoesposizione costante tende a saturare molto i colori consentendo la creazione di immagini particolarmente vive. I tempi di esposizione cosi' lunghi permettono di scattare sempre e comunque anche in condizioni di illuminazione critica e con risultati se non buoni da punto di vista fotografico almeno, alle volte, divertenti.
Il punto fondamentale è proprio questo: con la Lomo non si scattano belle foto, bensi' ci si diverte e si sperimenta! Questo è lo spirito con cui deve essere impugnata la Lomo. E questo deve essere lo spirito quando si vanno a ritirare le foto dal laboratorio (il movimento lomografico chiarisce: le stampe devono essere le piu' piccole ed economiche disponibili), altrimenti si finisce per buttare la Lomo nella pattumiera dopo il primo rullo.

Un'ultima nota. Il costo della Lomo è enormemente sproporzionato alla sua qualità. Cercatela usata nei mercatini o compratela d'occasione su ebay. 210 euro sono il costo di un buon corpo macchina nuovo o di 3 Nikon EM usate..

aggiornamento (ultimo agg. 19/06/04)
Licenza Creative Commons

Il contenuto di questo sito è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.

Privacy policy

Graphics by GIMP